Şehzade Ömer Hilmi

Şehzade Hilmi
Şehzade dell'Impero ottomano
Nome completoŞehzade Ömer Hilmi
TrattamentoSua Altezza Imperiale
NascitaIstanbul, 2 marzo 1886
MorteAlessandria d'Egitto, 6 aprile 1935
SepolturaMausoleo Tewfik Pasha
Luogo di sepolturaIl Cairo
DinastiaCasa di Osman
PadreMehmed V
MadreMihrengiz Kadın
ConsorteFaika Hanim
Nesimter Hanim
Hatice Firdevs Gülnev Hanım
Başter Hanım
Mediha Hanim
FigliEmine Mukbile Sultan
Şehzade Mahmud Namik
ReligioneIslam sunnita

Şehzade Ömer Hilmi Efendi (turco ottomano: شہزادہ عمر حلمى; Istanbul, 2 marzo 1886Alessandria d'Egitto, 6 aprile 1935) è stato un principe ottomano, figlio del sultano Mehmed V e della consorte Mihrengiz Kadın. La sua pronipote, Ayşe Gülnev Osmanoğlu, è attualmente un'autrice di romanzi storici sulle vicende della dinastia ottomana.

Origini[modifica | modifica wikitesto]

Şehzade Ömer Hilmi nacque il 6 aprile 1886 a Istanbul, nel Palazzo Dolmabahçe. Suo padre era il futuro sultano ottomano Mehmed V, allora Valiahd Şehzade (principe ereditario) e sua madre la consorte Mihrengiz Hanım[1][2][3][4][5].

Istruzione e carriera[modifica | modifica wikitesto]

Fra il 1911 e il 1912 frequentò il Collegio militare ottomano con il suo fratellastro maggiore Şehzade Mehmed Ziyaeddin, e nel 1916, durante la prima guerra mondiale servì come colonnello onorario di fanteria nell'esercito ottomano.

Dopo la salita al trono di suo padre nel 1909, ricoprì diversi incarichi di rappresentanza insieme ai suoi fratellastri. Si recò a Bursa il 2 settembre 1909, ricevette Şehzade Yusuf Izzeddin di ritorno dall'Europa il 13 giugno 1910 e si recò in Rumelia fra il 5 e il 16 giugno 1911.

Il 15 ottobre 1917 incontrò il Kaiser Guglielmo II in visita a Istanbul e il 9 maggio 1918 incontrò l'imperatore Carlo I d'Austria, anche lui in visita.

Era noto per essere un nazionalista apertamente contrario alla politica di suo padre[6][7][8][9][10].

Esilio e morte[modifica | modifica wikitesto]

La dinastia ottomana venne esiliata nel 1924.

Ömer Hilmi, con la madre, le consorti e i figli, si stabilì prima a Beirut in Libano, poi a Nizza in Francia e infine ad Alessandria d'Egitto, dove morì il 6 aprile 1935. Venne sepolto nel mausoleo Tewfik Pasha a Il Cairo[11][12].

Famiglia[modifica | modifica wikitesto]

Şehzade Ömer Hilmi aveva cinque consorti, una figlia e un figlio[13][14][15][16][17].

Consorti[modifica | modifica wikitesto]

  • Faika Hanım. Figlia di Mehmed Bey e Ayşe Hanım, apparteneva alla potente famiglia Hunç. Era la minore e la più bella di tre sorelle, Naciye Hanim e Hayriye Melek Hanim (considerata la prima autrice turco circassa), descritta come di media statura, snella e bionda, con occhi azzurri. Si sposarono il 10 novembre 1907, ma divorziarono tre volte nel giro di pochi mesi. Alla fine venne scacciata da palazzo ed esiliata a Bursa con le sorelle fino al 1909.
  • Nesimter Hanim. Si sposarono nel 1909 circa e divorziarono nel gennaio 1915.
  • Hatice Firdevs Gülnev Hanım. Nata il 21 febbraio 1890, era figlia di un ufficiale turco e di sua moglie, Ayşe Hanım. Si sposarono il 3 ottobre 1910. Morì il 31 dicembre 1919, a ventinove anni. Da lei ebbe entrambi i figli.
  • Başter Hanım. Si sposarono il 16 giugno 1914.
  • Mediha Hanım. Si sposarono il 12 luglio 1921.

Figli[modifica | modifica wikitesto]

Personalità[modifica | modifica wikitesto]

Şehzade Ömer Hilmi possedeva appartamento a Palazzo Dolmabahçe e a Palazzo Yıldız in qualità di figlio del sultano, e una villa privata a Bağlarbaşı, costruita dal chedivè d'Egitto Isma'il Pasha, e una a Nişantaşı.

Venne descritto come un uomo attraente ed energico, anche se piuttosto silenzioso[17][18][19].

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Şehzade Ömer Hilmi venne insignito delle seguenti onorificenze:

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Almanach de Gotha (184th ed.). Almanach de Gotha. 2000. pp. 365, 912–915.
  2. ^ Ali Vâsib, Bir Şehzadenin Hâtırâtı: Vatan ve Menfâda Gördüklerim ve İşittiklerim, Yapı Kredi Kültür Yayınları, 2004, ISBN 978-975-08-0878-4, p. 205
  3. ^ Adra, Jamil (2005). Genealogy of the Imperial Ottoman Family 2005. p. 33.
  4. ^ Brookes 2010, p. 287.
  5. ^ Gün 2018, p. 141
  6. ^ Hugh Montgomery-Massingberd, Burke's Royal Families of the World, Africa & the Middle East, Burke's Peerage, 1980, p. 247.
  7. ^ Gün 2018, pp. 141–144, 154-155
  8. ^ Alp 2018, p. 125, 130-132, 229
  9. ^ Açba, Leyla (2004). Bir Çerkes prensesinin harem hatıraları. L & M. p. 58. ISBN 978-9-756-49131-7.
  10. ^ Shaw, Stanford Jay (2000). From empire to republic: the Turkish war of national liberation, 1918-1923 : a documentary study. Turkish Historical Society. p. 1382. ISBN 978-9-751-61228-1.
  11. ^ Brookes 2010, p. 284-287
  12. ^ Vâsıb, Ali; Osmanoğlu, Osman Selaheddin (2004). Bir şehzadenin hâtırâtı: vatan ve menfâda gördüklerim ve işittiklerim. YKY. pp. 204, 210, 224. ISBN 978-9-750-80878-4.
  13. ^ Çare 2018, p. 4-6
  14. ^ Arslan 2008, p. 172-181
  15. ^ Kırpık, Cevdet (2011). Şehzade Evliliklerinde Değişim. OTAM. pp. 184, 187.
  16. ^ Brookes 2010, p. 282.
  17. ^ a b Ekim, Zeynep Emel (2018). Sultan V. Mehmed Reşad ve Dönemi – Cilt 3: Sultan Mehmed Reşad'ın Oğlu Necmeddin Efendi'nın Kuruçeşme'deki Yalısı. TBMM Milli Saraylar. p. 1248. ISBN 978-9-752-46418-6.
  18. ^ Brookes 2010, p. 208.
  19. ^ Brookes, Douglas S. (4 February 2020). On the Sultan's Service: Halid Ziya Uşaklıgil's Memoir of the Ottoman Palace, 1909–1912. Indiana University Press. p. 65. ISBN 978-0-253-04553-9

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (TR) Ruhat Alp, Osmanlı Devleti'nde Veliahtlık Kurumu (1908–1922), Hacettepe University Institute of Social Sciences, 2018.
  • Douglas Scott Brookes, The Concubine, the Princess, and the Teacher: Voices from the Ottoman Harem, University of Texas Press, 2010, ISBN 978-0-292-78335-5.
  • Fahrettin Gün, Sultan V. Mehmed Reşad ve dönemi, TBMM Milli Saraylar, 2018, ISBN 978-9-752-46418-6.
  • Elmas Zeynep (Aksoy) Arslan, Circassian Organizations in the Ottoman Empire (1908-1923), 2008.
  • Mêral Çare (Çizemuğ), Bir Çerkes Ubıh Yazar Kadın Portresi: Hayriye Melek Hunç, 2018.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]