Suore dei Santi Angeli custodi

Le suore dei Santi Angeli custodi (in spagnolo Hermanas de los Santos Ángeles Custodios) sono un istituto religioso femminile di diritto pontificio: i membri di questa congregazione pospongono al loro nome la sigla R.A.C.[1]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

L'angelo custode

La congregazione venne fondata da Rafaela Ybarra de Vilallonga (1843-1900): di ricca famiglia, nel 1894 aprì a Bilbao un centro per dare alloggio e sostegno alle giovani giunte in città per trovare lavoro (la cosiddetta "Casa di perseveranza").[2]

Per gestire l'opera, insieme a tre compagne, l'8 dicembre 1894, diede vita alla fraternità dei Santi Angeli Custodi: presto estese il suo apostolato all'educazione e all'assistenza ai bambini, per i quali aprì il Colegio Ángeles Custodios (1899).[2]

Le suore dei Santi Angeli Custodi vennero erette in congregazione di diritto diocesano dal vescovo di Bilbao solo dopo la morte della fondatrice, l'11 marzo 1901: ottennero il pontificio decreto di lode il 21 gennaio 1929 e vennero approvate definitivamente dalla Santa Sede il 2 luglio 1940.[2]

La fondatrice è stata beatificata il 30 settembre 1984 in Piazza San Pietro a Roma da papa Giovanni Paolo II.[3]

Attività e diffusione[modifica | modifica wikitesto]

Le suore dei Santi Angeli Custodi si dedicano all'istruzione e all'educazione cristiana della gioventù: gestiscono collegi, pensionati e residenze universitarie.

Sono presenti in Argentina, Brasile, Cile, Colombia, Repubblica Dominicana, Porto Rico, Spagna:[4] la sede generalizia è a Madrid.[1]

Al 31 dicembre 2005 l'istituto contava 193 religiose in 34 case.[1]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c Ann. Pont. 2007, p. 1688.
  2. ^ a b c DIP, vol. VIII (1988), coll. 794-795, voce a cura di G. Rocca.
  3. ^ Tabella riassuntiva delle beatificazioni avvenute nel corso del pontificato di Giovanni Paolo II, su vatican.va. URL consultato il 13-10-2009.
  4. ^ La Obra en España y en el resto del Mundo, su angelescustodios.org. URL consultato il 13-10-2009 (archiviato dall'url originale il 6 ottobre 2009).

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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