Renato De Martino (militare)

Renato De Martino
NascitaCaserta, 21 febbraio 1908
MorteAmba Tzelleré, 22 dicembre 1935
Cause della morteCaduto in combattimento
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Forza armataRegio Esercito
ArmaFanteria
CorpoRegio corpo truppe coloniali d'Eritrea
RepartoXXII Battaglione eritreo
Anni di servizio1925-1935
GradoTenente in s.p.e.
GuerreGuerra d'Etiopia
Decorazionivedi qui
Studi militariRegia Accademia Militare di Fanteria e Cavalleria di Modena
dati tratti da Combattenti Liberazione[1]
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Renato De Martino (Caserta, 21 febbraio 1908Amba Tzelleré, 22 dicembre 1935) è stato un militare italiano, insignito della medaglia d'oro al valor militare alla memoria nel corso della guerra d'Etiopia[2].

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque a Caserta nel 1908, figlio di Umberto e Anna Leone.[2] Arruolato nel Regio Esercito frequentò il corso allievi ufficiali di complemento presso il comando dell'VIII Corpo d'armata uscendone nell'agosto 1925 con il grado di sottotenente dell'arma di fanteria.[1] Completato il servizio di prima nomina presso il 155º Reggimento fanteria venne ammesso a frequentare i corsi della Regia Accademia Militare di Fanteria e Cavalleria di Modena al termine dei quali fu promosso, nel 1926, sottotenente in servizio permanente effettivo.[1] Nel 1931, promosso tenente, venne trasferito a domanda nel Regio corpo truppe coloniali d'Eritrea.[1] Favorito dalla conoscenza della lingua amarica e dei numerosi dialetti etiopici, fu sempre ricercato ed apprezzato dai vari comandi. Iniziata la guerra d'Etiopia assunse il comando di una compagnia del XXII battaglione indigeno, passando la frontiera con l'Impero d'Etiopia sul fiume Mareb fra i primi, il 2 ottobre 1935.[1] Decorato con una croce di guerra al valor militare cadde in combattimento sull'Amba Tzelleré il 22 dicembre 1935, e fu decorato con la medaglia d'oro al valor militare alla memoria.[2]

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Fulgida figura di soldato, mentre, come ufficiale esploratore, animosamente portava avanti il suo reparto, cadeva mortalmente colpito. Con mirabile stoicismo si ergeva da terra per incitare alla resistenza i suoi ascari, ordinando a quanti erano accorsi intorno a lui: «sparare, sparare, non ho bisogno di aiuto». Colpito una seconda volta, si difendeva con strenuo valore dai barbari che, additandolo, si precipitavano su di lui, finché cadeva esanime. Amba Tzelleré, 22 dicembre 1935.[3]»
— Regio Decreto 5 settembre 1936.
Croce di guerra al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Comandante di plotone esploratori, con azione ardita e decisa riusciva a disperdere nuclei nemici individuati su un fianco del proprio battaglione ed a catturare prigionieri. Amba Angher, 5 ottobre 1935

Note[modifica | modifica wikitesto]

Annotazioni[modifica | modifica wikitesto]


Fonti[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e Combattenti Liberazione.
  2. ^ a b c Gruppo Medaglie d'Oro al Valor Militare 1965, p. 159.
  3. ^ Medaglia d'oro al valor militare De Martino, Renato, su quirinale.it, Quirinale. URL consultato l'11 luglio 2021.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Angelo Del Boca, Gli italiani in Africa orientale. Vol. 2: La conquista dell'Impero, Milano, A. Mondadori Editore, 1992.
  • Gruppo Medaglie d'Oro al Valor Militare, Le medaglie d'oro al valor militare Volume primo (1929-1941), Roma, Tipografia regionale, 1965, p. 159.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]